( 6 Dicembre 1941 - Fort Wayne, Indiana - USA)

Bruce Nauman


Truncated Pyramid Room (1988) – Art Park

La storia dell’Art Park ha inizio da una camminata nel giardino di Casa Marzona quando il Collezionista e l’amico, noto artista e gallerista, Konrad Fischer riflettono sulla natura di questo bellissimo parco racchiuso nel cuore della Carnia. È lo stesso Fischer a dire all’amico: Egidio hai così tanto spazio qui, devi fare qualcosa con l’arte. E così tutto ebbe inizio. Quello stesso pomeriggio chiamarono l’artista americano Bruce Nauman che mandò un progetto pochi giorni dopo. L’opera proposta era stata pensata inizialmente per Skulptur Projekte a Münster ma poi non era stata realizzata per mancanza di fondi. Nel 1988 iniziano così i lavori per quella che diventerà la prima opera presente nel parco: Truncated Pyramid Room. Come afferma Marzona: l’artista aveva un’idea molto chiara, non voleva che l’opera fosse posta al centro del giardino come un monumento ma che potesse dialogare con l’architettura esistente. L’imponente tronco di piramide a base triangolare, costruito in cemento grezzo da artigiani locali, viene così realizzato in prossimità del centro abitato e della casa-museo del Collezionista. A partire dagli anni Sessanta Bruce Nauman ha più volte definito nuove vie nella prassi artistica, una polarità investigativa che lo ha spinto oltre i confini delle diverse discipline, dei materiali e dei medium utilizzati. Il suo lavoro rifugge ogni definizione e spazia dalla scultura, al disegno, al video, alla performance fino alle installazioni ambientali. Nato nel 1941 a Fort Wayne (Indiana), anima creativa sin da piccolo ama la lettura e la musica dedicandosi allo studio di diversi strumenti musicali. Frequenta all’Università del Wisconsin (Madison) matematica e fisica ma successivamente decide di orientare la sua attenzione verso l’arte figurativa completando gli studi presso l’Università della California (Davis). Una formazione multiforme e ricca di stimoli, che si riflette nell’ eterogeneità espressiva delle sue opere. Lo stesso Nauman afferma: what was interesting was that I had the same feeling for music that I had for mathematics and eventually for art. For me a lot of it had to do with the rearrangement of condition within a discipline; seeing if you could find the edge of the structure. The decision to become an artist comes out of this somehow, but is still inexplicable to me. (M. Auping, Metacomunicator, in E. Dexter (a cura di), Bruce Nauman – Raw Materials, Tate Publishing, Londra 2004, p. 9) L’arte per Nauman è un’attività di ricerca continua, legata ad una pratica quotidiana nello studio, che non vede alcun confine.

Nella sua carriera ha esplorato molteplici tematiche legate al corpo, alla processualità, allo spazio e al potere della parola. Influenzato dagli scritti di Wittgenstein guarda al linguaggio non solo come tessuto di proposizioni che stabiliscono connessioni con il mondo, ma anche come una molteplicità di giochi linguistici. Un lavoro pionieristico e irriverente che ha influenzato e continua tutt’oggi ad influenzare intere generazioni di artisti. Negli anni Sessanta sperimenta lavorando con il neon e inizia a costruire corridoi nei quali spesso filma delle sue performance. Successivamente realizza veri propri ambienti spesso videosorvegliati da delle telecamere che registrano i movimenti dei visitatori nello spazio. Nelle sue ricerche ha investigato, con una lucidità irriverente, la condizione dell’essere umano usando il corpo e lo spazio come luogo di sperimentazione. Il suo corpo è diventato un mezzo per le sue performances ed allo stesso tempo una scultura, una misura dello spazio. Imponendosi delle limitazioni ha esplorato la vulnerabilità dell’uomo, le sue capacità comunicative ed allo stesso tempo la violenza delle sue azioni. Le sue installazioni sono luoghi da esperire definibili anche come experience architecture. L’opera Truncated Pyramid Room dell’Art Park presenta una pianta a forma triangolare. È lo stesso Nauman ad affermare: ritengo che i triangoli siano un tipo di spazio molto sconcertante, non c’è un luogo confortevole in cui stare né all’esterno né all’interno del triangolo. Non è come il cerchio e il quadrato che ti danno sicurezza. (Joan Simon, Breaking the Silence: an interview with Bruce Nauman, Art in America, Settembre 1988, p.147) […] Il mio lavoro nasce dalla frustrazione per la condizione umana e per il fatto che ci rifiutiamo di comprenderci gli uni con gli altri. Tre riflettori illuminano lo spazio centrale all’interno della piramide creando l’illusione di piccolo palcoscenico. L’opera diventa così un luogo dell’azione, dell’esperienza che accade in una dimensione spazio temporale. Nel 1999 Bruce Nauman riceve il Leone d’Oro come migliore artista alla Biennale di Venezia e nel 2009 gli Stati Uniti, che presentano una personale dell’artista, vengono insigniti del premio per la migliore partecipazione nazionale. [Eva Basso]

Ph. © Eva Basso – Barbara Dorigo (CCV)






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